Il piccolo Hans - anno XIV - n. 53 - primavera 1987

Aspetti spaziali della viva voce Lo stile letterario è caratterizzato da regole supplementari, da ridondanze che prestano alla frase e all'intero testo un aspetto più regolare. La retorica classica chiama figure queste regole non grammaticali: si tratta di una metafora spaziale pienamente giustificata. Non si possono percepire queste regolarità se si considera unicamente la successione dei segmenti isolati. Occorre che gli elementi costitutivi siano percepiti contemporaneamente, interpretando cioè gli eventi in quanto struttura, in quanto configurazione. Gli eventi si ·succedono nel romanzo, i personaggi entrano in scena gli uni dopo gli altri in un dramma. È solo dopo aver letto il romanzo o assistito al dramma che lo spettatore e il lettore possono rendersi conto della configurazione, o struttura profonda, delle simmetrie e antisimmetrie che determinano l'ordine degli eventi. Ciò fa dire a Thomas Mann che, per comprendere l'opera in quanto composizione musicale, occorrerebbe cominciare col leggerla una seconda volta (1939 - 1956 - pp.431-436). Ancora una volta «il principio delle equivalenze è proiettato sull'asse delle combinazioni», secondo la formula classica di Roman Jakobson (1960, 358). Il testo lineare presuppone e evoca nello spirito del lettore una struttura spaziale. Si potrebbe esitare a prÒposito dello statuto semiotico della parola spaziale: si tratta di una metafora, o di una denominazione diretta? Io opterei per la seconda interpretazione. Non credo che sarebbe possibile concepire una rete di rapporti simultanei senza rappresentarla visivamente. Le poesie di Trakl non si trasformano in calligrammi, come propone Emeru E. George (1968), se non a condizione che il lettore colleghi le parole-chiave simultaneamente e globalmente. È solo a quel momento che gli elementi semantici formeranno questo o quel disegno, con105

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