Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

lunghezza divenuta tonda» (XXX, v. 90), è spiegabile come un riflesso nello specchio concavo; - Ma anche paradossi non relativi alla vista possono essere interpretati in questo modo. Ad esempio l'idea utopica di una comunità dei beni materiali, espressa in Purg. XV, vv. 61-63: «Com'esser puote ch'un ben distributo / in più posseditor faccia più ricchi/ di sé, che se da pochi è posseduto?» Virgilio .risponde richiamando la natura luminosa di Dio e rinviando a Beatrice per una spiegazione; ma si potrebbe rispondere semplicemente che la moltiplicazione delle cose materiali è un gioco di specchi, di similitudini; e che non è sorprendente, anzi, è naturale, nell'ottica divina: la materia è effettivamente organizzata dalla moltiplicazione della luce - orientamento nella Povertà; - Un altro assunto di nota origine francescana ricorre spesso nella Commedia, producendo immagini paradossali: è in ciò che è più umile che si rivela maggiormente Dio. Vale a dire: ciò che è più lontano (umile) da Dio è più variato, e quindi più esemplare; mentre ciò che è più vicino è più «conforme» e meno esemplare. Ebbene, l'esemplarità (lumen riflesso dalla lux) è misurabile con procedimento ottico: difatti è sulle cose poste al centro del cosmo, sulle cose umili, che c'è la maggior densità dei raggi divini, che pur vi giungono indeboliti. Minore penetrazione dei raggi, ma maggiore aggeratio - lo spiega Bartolomeo da Bologna nella III parte del trattato De luce21 • Si comprende anche che questa rappresentazione empirica e allo stesso tempo strutturale delle cose non sia «solo» un motivo religioso, ma anche il possibile fondamento di un'originale poetica dell'«esemplare», non mimetica, della quale pare di scorgere segni ovunque nella Commedia. 7. Tentativi di interpretazione dinamica Ma la luce delle somiglianze non è un puro principio 99

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