Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

possibile infatti, come fa Tommaso21, utilizzare la luce metaforicamente, e concepire la forma in termini logici; al contrario, come Alberto Magna22 o i teorici della luce, in termini dinamici2'. 6. L'interpretazione geometrica è facile Vi sono, nella Commedia, immagini ritenute paradossali che è possibile spiegare con un'interpretazione puramente geometrica della teoria della luce. - Ad esempio: le distanze, nell'Empireo, non esistono (XXX, vv. 121-124), e nemmeno il movimento (XXII, vv. 64-67); ci si abbaglia «per veder cosa che qui non ha loco» (XXV, vv. 122-123): ciò è dovuto al fatto che il decimo cielo, come luogo del primo paragone, non ha luogo, e non è rappresentabile; - La diversità delle visioni può essere spiegata con giochi di specchi: quella di Piccarda è, in Grossatesta, un esperimento di ottica24 ; l'avvicinamento o l'allontanamento sempre più repentino delle anime corrisponde a uno sguardo non ortogonale, ma sferico o pseudo-sferico - per usare i termini di. Hermann25 -come descritto nella Perspectiva di Al Hazen2•, VI libro; - Il fatto che le anime - che risiedono nell'Empireo - appaiono a Dante per sensibilia, distribuite nei cieli, è spiegabile sempre come un effetto ottico di riflessione generata dall'Empireo come specchio concavo - corrispondente alla convessità del Cristallino. Anche qui cfr. puntualmente Al Hazen, V libro, II parte; - Se l'Empireo è uno specchio concavo, si spiega come le anime vi possano essere contenute non sovrapposte, tutte alla pari ma formando una gerarchia, tutte in grado di vedere il vertice, Dio, da una distanza localmente indifferente - uno specchio non è un luogo, piuttosto dà luogo; - La fiumana di beati ed angeli, alla vista di Dante «di una 98

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==