geometrico, è un principio ottico, attiva28: così, di fronte alle visioni più ardue, ci sono le rinunzie descrittive non solo verbali, ma anche geometriche (XXXIII, vv. 133-135: «Qual è 'l geomètra che tutto s'affige / per misurare lo cerchio, e non ritrova, / pensando, quel principio ond'elli indige»): è da questo doppio fallimento che scaturiscono figure dinamiche. La ratio superiore, il sapere delle somiglianze «non est lumen ab inferiori acquisitum, quale est lumen scientiarum illarum...quae docentur ab aliis» dice Bartolomeo da Bologna'9 ; «Nec enim potest esse lumen intellectus agentis... /ma piuttosto / ipsum lumen fidei». Questo sapere luminoso, trasmesso da Dio, penetra nell'uomo incontrando la fede, attraverso somiglianze (luminose): la fede è l'inchoatio dell'uomo (del suo intelletto), vale a dire la disposizione, il negativo che il sapere divino viene ad attualizzare e a rivelare - a «far pensare» e a «sviluppare».· Questo processo è ciò che porta ogni cosa sensibile, all'interno del proprio genere, alla perfezione. Nell'uomo il genere entro il quale attuare la propria perfezione è la «vera patria» verso la quale orientarsi. Bartolomeo da Bologna lo dice con parole che sembrano indicare il destino di Dante: il lumen fidei, l'inchoatio dell'uomo «est quasi quaedam potentialis dispositio, qua scilicet homo fit habilis ut illa videat revelata facie in patria, quae per hoc lumen videt suo aenigmate adhuc peregrinus et exsul existens in via»30 • La trasmissione della luce è p fattore dinamico: la similitudine, attuando quell'inchoatio che è la fede, dà luogo - non solo orienta verso, ma prospetta realmente la patria. Non è un caso che proprio per aver risposto a S. Pietro sulla fede, Dante - nei famosi versi iniziali del XXV3' - prospetti di tornare veramente poeta a Firenze32. 8. Non c'è barriera fra fede e ragione Alla somiglianza che attualizza l'inchoatio umana, che è la fede, corrisponde, nel vero poeta, la similitudine princi100
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