Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

complementarità di queste figure di maestri, in particolare Singleton8 ne ha ricomposto un'unità psicologica. Tuttavia una concezione psicologica della tecnica dell'allegoria, che pure è un avanzamento critico rispetto a un giudizio di non poesia, sposta solamente, ma non affronta il problema dell'originalità della dimensione allegorica. Le stesse rappresentazioni allegoriche del poema sembrano non voler fornire un pricipio sintetico, ma la vivacità di una esperienza.- tanto più determinante e tanto più empirica al tempo stesso -; dove esse diventano più complicate, lì il loro messaggio è più semplice; dove l'iconologia è più ricca si produce un effetto dinamico elementare. Così queste figure di maestri, molto complesse, riducono spesso le loro lezioni ad atteggiamenti, gesti, sguardi, pura presenza. Ed anche la loro immagine generale, pur così connotata, potrebbe essere la lezione più semplice possibile: come dicevano i maestri francescani, denunciando la presunzione intellettuale9 : con la distanza da Dio aumenta la varietà del mondo; al contrario egli è perfezione inconcepibilmente semplice. Così accade nella Commedia, dove gli exempla, orientati dalla struttura narrativa determinante - che · si trova alla fine, Dio - diventano sempre meno vari, come fossero attirati da un magnete, sempre più stilizzati, essenziali e semplici. Il sapere della varietà è insufficiente fino a che non coincide col semplice sapere dell'orientamento. 3. La similitudine della luce Cristo è l'«unus magister noster» - lo aveva già detto Bonaventura (Sermo IV) mutuando il procedimento da Agostino - poiché solo in lui coincidono scientia e sapientia, la via e la verità, nonché la vita; egli è la luce inaccessibile, dice il mistico francescano, più vicino all'anima di quanto non lo sia l'anima stessa. Questo assunto generale, tuttavia, assume in Dante una determinazione particolare, 94

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