Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

L'educatore evanescente «Détachez-vous, reprit Angèle» (Gide. Le Prométhée mal enchainé) «Le maitre interrompt le silence par n'importe quoi, un sarcasme, un coup de pied. «C'est ainsi que procède dans la recherche du sens un maitre bouddhiste, selon la tecnique zen. Il appartient aux élèves eux memes de chercher la réponse à leur propres questions. Le maitre n'enseigne pas ex cathedra une science toute faite, il apporte la réponse quand les élèves sont sur le point de la trouver. «Cet enseignement est un refus de tout système. Il découvre une pensée en mouvement...»'. Non a caso questo ritratto del maestro (il francese somministra una felice anfibologia fra «maestro» e «padrone») apre il seminario sugli seritti tecnici di Freud. Anche il coup de pied, il sarcasmo eccetera sono una tecnica - che non arriva mai al sistema. È a livello della tecnica, cioè del «come si procede», non dell'ideologia, che si può ridefinire, o almeno orientare anche il valore dei termini «insegnare» e «maestro» per uno scrittore come André Gide. Al primo momento, non si prova nemmeno tanto entusiasmo a tentare di rispondere alla domanda: che tipo di maestro è Gide?, data l'abbondante - e imbarazzante - concrezione di luoghi comuni: che si distribuiscono ad arco, dalla inutile querelle sui maestri «buoni» e «cattivi» al cartiglio, consacrato dallo stesso testo gidiano2, dell'«etre de fuite». 82

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