Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

moderna incontrò la terra vergine, che egli violò per fare posto all'uomo, per scrivere sul corpo della terra America la sua moderna cosmogonia. Il mythos postmoderno segna la fine di quella favola: anche in America ormai lo spazio è finito; come in Europa tutto è pieno, di uomini, di storia. E dunque muoversi è un incessante ritrovare e ritornare dove già si è stati, in una circolarità che ha perso il punto dell'inizio e della fine. La motocicletta va qui (è già scritto nel titolo, questo) verso lo Zen: ovvero verso quel punto di indifferente fusione di oriente e occidente, dove persino questi punti cardinali dell'orientamento si liquefanno nello stesso stordimento. Mossa postmoderna, o manovra pubblicitaria, la congiunzione di due sistemi discorsivi così lontani (la manutenzione della motocicletta, la meccanica e la tecnica della macchina, e lo Zen come tecnica e meccanica dell'anima) compie però la sua giusta funzione: orienta verso un certo sforido problematico, verso una certa odissea del soggetto, che si trova alla fine ad avere oltrepassato, magicamente, la separazione metafisica stessa - sì che per il soggetto postmoderno niente significa la differenza Oriente/Occidente, l'opposizione Soggetto/Oggetto, Io/Cosa. È come se per magia questo soggetto si fosse salvato dalla maledizione metafisica: redento, attraverso lo stordimento, effetto di velocità della sua moto. E in questo forse il postmoderno è veramente Zen: perché in esso si dà come inverata la condizione Zen dello svuotamento del soggetto, il suo intimo contatto con l'oggetto - che accade tuttavia in Occidente non come effetto di disciplina, come esercizio di tiro all'arco, ma grazie alla follia. Mania anche potremmo chiamarla quella condizione per cui ora l'uomo vive in simpatica· indifferenza con la cosa. Cosa tra le cose lui stesso. Perché tutti, uomini e cose, sono nel postmoderno entusiasti, posseduti da un dio che oscura ogni senso di distinzione, di confine tra uomo, cosa, natura, tecnica.'.. Avvolto nel mistero di una indistinzione tra sé e ciò che lo circonda, nella magia di 80

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