Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

giocare con forme già prodotte, costruire labirinti di citazioni, investire all'infinito senza rischio... Dopo il disumano nell'arte, dopo cioè quell'arte che identifichiamo come moderna, e quella sua particolare versione radicale che è stata l'avanguardia, arte impopolare, arte aristocratica, - in questo disumana, perché antisociale, elitaria, né universale, né per tutti; dopo quell'arte fondata sull'azzardo gratuito e assoluto dell'artista sovrano - arte essa sì sovrana e antidemocratica; arte veramente illusionistica, perché sempre mimesi dei linguaggi, e non certo degli oggetti, né della realtà; il postmoderno sarebbe allora non la forma d'arte in cui viene alla fine l'umanismo, una lingua per passare al di là dell'uomo e dell'umano; non l'apertura a una nuova epoca nel segno della debolezza, di una ontologia e significazione debole; non il superamento della griglia metafisica della presenza e del senso - ma il trionfo dell'umano, troppo umano nell'arte. Di fronte a queste forme letterarie, al loro patetico, o comico, o grottesco appetito di sopravvivenza, che dire dunque? Si può loro augurare del bene, o del male: si può enfaticamente accoglierle, rispondere all'appello che da esse ci viene; oppure apofaticamente negarle. Certamente la rinuncia a vedere, l'accecamento di fronte all'attimo storico è colpevole: ma, in certo senso, non è precisamente così che ci viene incontro il postmoderno? Come un cieco assordamento, uno stordito misconoscimento, un errore appagato? Non compare così il soggetto del mythos postmoderno: dupe, o étourdi, preso in un imbroglio, stupido, in errore? Perché prima che una teoria, o una poetica, prima che la definizione di un'epoca, o un modo di espressione narrativa, o una condizione, il postmoderno è un sentimento: fu il sentimento di chi scriveva in America alla fine degli anni cinquanta. Fu la percezione radicale dell'impossibilità della letteratura, qualora per letteratura si volesse ancora intendere un modo dell'espressione dell'uomo, e di rappre76

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