Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

significante. Il Racconto plasma materie dure e nude, e procede lucido e alacre a distribuire e comporre in segni e figure sdutte, serrate oggetti, gesti, azioni, e non solo il còrpo del pellegrino, ma quello che ha indosso, tela ,;per fare sacchi», panni da mendicante, da studente, tutte le sue povere vesti, e le scarpe, i sandali (qualche volta ne calzava uno solo, al piede gonfio e malconcio). Negli Esercizi, me_ ntre dà con l'articolazione «essere linguistico» e «ortodossia» all'immagine, Ignazio si premunisce «contro i margini sospetti dell'esperienza mistica», stabilisce nell'ascesi un ordine di opzioni e convinzioni energiche operative, distante - in un certo senso, estraniato - dal limite e dal varco tracciati dai mistici, dove il linguaggio - accertato, minuziosamente computato - finisce, l'articolazione si estenua e, al di là, si attinge l'ineffabile, la luce in immensa tenebra, «tenebra divina»35 . Dentro !'«orizzontedefinitivo» del linguaggio, Ignazio corre salutarmente i suoi rischi, se fallisce l'«artificio» messo in luce da Bàtaille, l'artificio degli Esercizi, i quali propongono «il dramma» come «oggetto di contemplazione», ma implicato «nelle categorie storiche del discorso» («loin du Dieu sans forme et sans mode des Carmes»)36. Nella necessità dell'articolazione però si assicurano sempre, per segni distinti ed espliciti, la specificità e l'ortodossia della «confessione cristiana»37; e il Racconto, nitido e insistente nell'interpunzione, certo spietato contro «il vago e il vuoto», esalta nel dramma che è forma della vita di Ignazio, la quale cerca e parla la divinità, nello svolgimento di questo dramma, nelle sue alternative e suspense, la materialità della lingua degli Esercizi, la sua stessa energia illimitata, formata per teatralizzazione38, espressa nel delineare (con voce «breve e sommaria», come per esponenti) e nel distribuire le immagini, nell'atteggiare e suddividere il corpo, nell'istruire il discernimento e i modi «per fare una sana e buona scelta» (l'omogeneità, l'indifferenza, il paradigma perfettamente equilibrato da tendere alla marca divina), nell'ordine dettagliato delle operazioni. 56

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