Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

sto» (p. 33); ma al terzo punto dell'insegnamento di Dio «abbandonò quegli eccessi», e «ora si tagliava le unghie e i capelli». Il passo può essere sbagliato e lo stato cattivo: sarà ancora il corpo a significare il discernimento e la correzione. Così si forma il regime dei digiuni, delle veglie, di tutte le penitenze, e del vestire poveri panni e del mendicare: non vi ha peso alcuna circostanza esterna, pe_r quanto insistente e imperiosa, e neppure l'autorità che non si pronunci nel nudo segno (vitale per quel regime) dell'obbedienza. U corpo di Ignazio è segregato per tutta la vita, come per il tempo ordinato il corpo dell'esercitante, ed è governato dalla ricerca e dal discernimento della volontà di Dio, che si produce nella coscienza, nei consigli del confessore e in altri segni che lì dentro, nella segregazione, regolino il linguaggio e il rito. Spesso il segno, la misura del discernere, sta nella capacità di agire. Segregato nel mondo, Ignazio porta il suo corpo per il mondo come l'esercitante nel luogo e nella pratica degli Esercizi. In ogni attaggiamento e dettaglio del suo corpo rappresenta l'indifferenza a tutte le cose, per poter compiere ogni volta - quando sia il tempo, in uno o in un altro dei tre momenti codificati34 -una buona e sana scelta e operare «sobre la faz de la tierra». Per questo il corpo di Ignazio, ovunque e comunque si mostri o affiori nel suo racconto, ha un incanto che distanzia le cose stesse che lo stringono - in necessità, in aiuto, in tentazione, in afflizione - e accenna, tra le cose, oltre le cose, a stati ed elezioni dello spirito. In cammino da Roma verso Venezia, 1523 52 Durante questo viaggio verso Venezia dormiva sempre sotto i portici, a causa delle precauzioni che si prendevano per la pestilenza; e qualche volta gli successe, alzandosi la mattina, di trovarsi di fronte un uomo che, al solo guardarlo,

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