Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

originario, testuale - vale a dire costituito dalla lettera e tracciabile, senza passare per mediazioni o margini, da un testo all'altro. In questa prospettiva stretta e intima il mio discorso tenta la sua giustezza come lettura critica e dovrebbe rispondere, ogni volta e immediatamente, del linguaggio dei due testi e di quel che ne dice. Ogni attitudine e tensione si risolve nel provocare l'energia e il lavoro del linguaggio: a questo grado - dell'esecuzione critica immediata - porto la connessione, la comunione dei due testi. La possibilità e il modo stanno nel vedere la vita di Ignazio, secondo il racconto che lui ce ne ha lasciato, come adempimento pieno e singolare degli Esercizi, come parola concepita in quella loro lin&ua, in quei segni formati in espressione e contenuto di immagini, di sensi, di azioni, di operazioni delle tre potenze congiunte (intelletto, volontà, memoria). Non si tratta di sapere le innumerevoli volte che Ignazio ha praticato i suoi Esercizi e vi ha compendiato la sua vi�a; la cosa si compie nel testo: Ignazio pensa la sua vita, ne forma la lettera e il senso, in quella lingua; nel raccontare riempie quella scena col suo corpo, muove la macchina e tutti gli allestimenti nella sua parola, nella forma concreta del suo dramma. Dall'ordine e dall'unità degli Esercizi l'adempimento, singolare esemplare, prenderà unità e ordine, nella peculiarità e varietà dei suoi caratteri, dei suoi stati e momenti, nel tempo e nello spazio della Vita del Loyola, dall'anno 1521. 4. Nella terminologia e nel metodo di Ignazio le addizioni sono norme o protocolli per il comportamento da tenere nel corso delle quattro settimane: alcune sono d'ordine generale, altre si adattano al dispositivo delle diverse settimane con puntuali aggiustamenti e varianti. II. Nella forma complessiva di quella vita, primi elementi dell'ordine, dell'articolazione, della gradualità: possono essere prodotti da posti designati come tappe: castel48

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