Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

fetto disordinato, e nel formarsi e nel segno di ogni scelta nega lo stesso sentire (che vi sia, cioè, inclinazione), attrae colui che la fonda e chiunque ne tenti !'«esercizio» in un'indifferenza che riguarda la vita e tutte le cose del mondo: ha questa natura il «vuoto linguistico»23 che essa impone, perché si formi e sia celebrata. Ma là dove si fa il vuoto e tutto si sgombra e brucia in suprema purezza, là sta il fondamento e il fine; vale a dire che la lingua di Ignazio è rigenerazione del sentire nel principio e in tutta la sua capacità di significazione. «Non dal molto sapere l'anima è resa sazia e appagata, ma dal sentire e gustare le cose internamente» (p. 24): per un appagamento da produrre e scontare, non senza pena e penitenza, incessantemente - in ogni scelta o parola - la lingua ignaziana forma e significa il sentire in rettitudine e in un ordine che investe tutte le cose sulla faccia della terra e ogni vita. Può questa lingua non attingere, in nessuna parola pronunciata o scritta, il sentire di Ignazio? Nel testo degli Esercizi questo sentire individuale ha dovuto negarsi doppiamente - ai segni e a tutte le cose - per costituire nella rinuncia al mondo - alle cose come fini e non come mezzi per servire Dio - il principio dell'ascesi, e nell'assenza di ogni segno personale il principio e la disciplina che formano una lingua, la sua natura collettiva; per questa convergenza e doppia morte (gemina mors) Ignazio non ha lasciato qui nessuna traccia, nessun frammento della sua vita e del suo corpo (solo il ricordo, la piega degli occhi umidi), qui dove pure ha trattato e amalgamato in modo speciale il corpo e l'anima, dove ha suddiviso e compilato continuamente i cinque sensi, l'immaginazione e luoghi e tempi; ma certo la sua esperienza - anima e corpo - formò nella lingua degli Esercizi p�role e scelte: queste, prescritte da qui per il rigore.del fondamento, devono aver segnato, nel profondo e con tenacia, la sua esistenza, e possono ritrovarsi altrove, come reliquie o testimonianze, scritte in qualche testo o corso di memorie. Io credo che si possano 43

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