Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

rente disponibilità del senso: «in modo che non si voglia da parte nostra più la salute che l'infermità, più la ricchezza che la povertà, più gli onori che l'infamia, più una lunga vita che una breve» (p. 33). Il senso lo decide la scelta, che si compie nel discernimento fiducioso ·tormentato della volontà divina e che assume in un sistema di puri valori (proprio come in una lingua) la materia delle azioni e delle cose. In quest'ordine, per formare una parola, un segno personale, la salute vale come l'infermità, la povertà come la ricchezza, e così per ogni coppia o combinazione codificabile. Chi forma e parla la lingua degli Esercizi dev'essere «indifferente a tutte le cose create»; chi in questi si dispone a ricevere il segno della volontà di Dio, deve spersonalizzarsi, negarsi nella disponibilità per qualunque valore, per qualunque segno. (È la versione nella lingua degli Esercizi del «perinde ac cadaver»). Poiché intendo in questo modo la ragione che ha indotto Barthes ·a registrare nel suo volume una rinuncia, ne azzardo un impiego diverso. Ignazio si è negato nel suo libro, proprio per volgere l'ascesi - progetto e cammino - nell'essenza di una lingua, che è «indipendente dall'individuo», è un «modello collettivo»21 («...en tal manera que no queramos de nuestra parte... » 22 ). Comunque la si pensi sul modo di ritrovare l'autore del testo, è in questo «taglio» che si riconosce Ignazio negli Esercizi spirituali, in questo segno della sua negazione, in questa irreparabilità della sua assenza. Il segno è estremo: il distacco impassibile della lingua dalle parole, da tutte le possibili parole, di cui assicura l'intelligibilità e gli effetti, presuppone qui il rigore assoluto del distacco del soggetto da tutte le cose «sulla faccia della terra» e da se stesso. L'impassibilità e il rigore del fondatore di questa lingua (la quale provvede a tutte le cose intelligibilità e valore nel segno della scelta «para el fin que somos criados») impongono dal principio lo stesso distacco ad ogni esercitante. La lingua ignaziana dichiara in segni ripulsivi ogni af42

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