Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

Vivere con Loyola? «perché no? ancora una volta non si tratta di trasportare nel nostro intimo dei contenuti, delle convinzioni, una fede, una Causa, o delle immagini; si tratta di ricevere del testo, una sorta di ordine fantasmatico». Barthes I. Compongo il luogo in cui considerare gli Esercizi spirituali di Ignazio di Loyola. E questo è il preambolo, in obbedienza al loro metodo. Sarà un'obbedienza stramba, un omaggio alla disciplina e all'insistenza del testo. Ignazio troverebbe forse plausibile questo scambiare da lui, per altre operazioni, terminologia e procedimento, come la «composizìone del luogo» (che consiste «nel vedere con la vista dell'immaginazione il luogo fisico dove si trova la cosa che voglio contemplare»)' o il punto, da eseguire, del «preambolo». La cosa non è così speciale. C'è tutta una tradizione che, attraverso maniere, tendenze, formazioni diverse, insegna al critico a adattare il suo linguaggio a qualche elemento e attitudine e segno peculiare del testo che interpreta. Nello scambio di_voci e misure col libretto degli Esercizi il).terviene certamente questo insegnamento come una consuetudine; ma l'osservanza si verifica e, per comoda che sia, comprova un ascendente del testo. Il luogo però avrebbe la più aspra disapprovazione. Il luogo che questa considerazione concorre a formare, e che è proprio del suo svolgimento, sarebbe considerato da Ignazio, in veste di autore del testo, e in veste di colui che dà gli esercizi, una composizione menzognera, lavoro e sedimento di un'intenzione perversa inculcata in me, esercitante per pura lettura, da uno spirito cattivo. 34

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