Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

.:he dall'esterno sembra pervicace, alla sollecitazione, alla gioia e perfino all'oblatività paterne. Ma si sa, il lutto è la resistenza, è solo e tutto questa resistenza, che non è rivolta al dolore, ma al contrario alla corrente esaltata della vita che lo circonda, all'incendio dei gesti paterni e familiari. È visto così, nel complesso intreccio di tali rapporti, che il muso duro dei figli e il loro ostinato silenzio non sono tratti impietosi nei confronti di chi li ama, ma soltanto l'espressione della solitudine che è la loro prima e unica difesa. Ed è difficile, se vista così, e cioè come la forma in cui i figli preservano l'unica forma di esistenza nella quale sono esiliati, è difficile, dico, non attribuire al lutto e all'austerità di questa solitudine giovanile dell'esserci il rispetto e la tenerezza più grandi. Da questa scena primaria discendono le articolazioni successive e più complesse della vita sociale e intellettuale, i rapporti che gli individui intrattengono con gli altri, e segnatamente con coloro che sono stati eletti in qualche modo come loro maestri. E se saremo disposti a seguire le filiazioni di quella scena primaria, scopriremo che il nostro mondo, il grande mondo, è in realtà il piccolo mondo, in cui continuano a risuonare le antiche voci, i gesti, le fattezze familiari che avevano configurato un cosmo minuto, una cosmologia piccola, quel minuscolo teatro che è il piccolo mondo del nostro esserci. E forse così potremo non già liberare gli uomini, i fanciulli, le donne - ciò che non è in potere di nessuno di fare - ma almeno avremo acquisito la prospettiva, il punto di vista per vederli muovere liberamente. E non sarebbe già questa la più grande consolazione che potremmo ottenere in quelli che sono i punti più difficili della vita, nello strazio che è stato segnato dall'avvento della vita umana e dal suo distacco dal terreno originario attraverso il linguaggio, i gesti e le parole? Non muterà certo molto nella realtà effettuale per mézzo di questo o anche di discorsi molto migliori di questo. Ma qualcosa si deve pur fare, e se la comunità sintattica, 30

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