Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

anche quando esso appare condiviso dalle norme sociali che ne fanno il supporto di una visione etica accettata come stabile. 5.3. In una prospettiva storica a lungo termine si constata che una valida funzione etica si accompagna al sapere quando essa accoglie col tempo il chiarimento delle ragioni storiche della sua illusione. Il risultato del formalizzarsi della disillusione diventa, di fatto, l'unica base non moralista dell'etica del sapere. Dalla disillusione emerge anche la capacità di agire assecondando nuove forme di sapere, che si mobilitano contro quelle forme di sapere che perpetuano l'illusione. La società informatica appare destinata a, confrontar$i con le disillusioni che le nuove forme di sapere comporte: ranno. Esse sottintendono la possibilità di un transito penoso per le strade secondarie della conoscenza finalizzata alla ostensione dell'efficacia e dell'utilità: al prodigio, cioè, di una possibile retorica della conoscenza. 6.1. Cosa cambierà, dunque, del nostro modo di concettualizzare discipline così tipicamente umane come l'arte, la letteratura, la psicoanalisi? La società informatica sembra dover privilegiare il campo dell'ostensione delle procedure e degli effetti, e ciò appare poter preservare una qualità tipicamente umana, quale il pensiero introspettivo. Ma, come si è detto, le strutture teorico-formali della simulazione degli eventi fisici e mentali, e della loro trasformazione in dati quantificabili (e perciò applicabili dal mondo dell'informatica), derivano dal pensiero stesso che si esplora. Nessuna operatività, per quanto la si possa supporre puramente delegata a un calcolo o ad un formalismo, viene astratta da un tessuto non potenzialmente simbolico. 197

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