Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

suggerisce che la relazione principale non è volta a definire la natura dell'interazione, ma a porla in quel campo ostensivo che di per se stesso è assumibile come valore. Diventano valori gli effetti di quella stabilità dell'interazione uomo-macchina che permangono come possibile comprensione dello sconosciuto, e che noi trasformiamo nella volontà di conoscere mediata dalla macchina. 5.1. Il campo etico non può qui essere discusso in tutta la sua vastità. Ma può essere sufficiente indagarne alcuni punti toccati a margine di questa riflessione su cosa cambi nel modo di concettualizzare il sapere umano in questa fase del nostro progresso scientifico. È forse necessario rilevare che oggi sia le forme più democratiche con cui il sapere viene trasmesso, sia le forme più autoritarie, sottintendono comunque una comune matrice: il processo di acquisizione dell'informazione è volto quasi sempre ai suoi prodotti finali, definiti e compiuti, piuttosto che alle loro modalità di formazione. L'utente tipico delle attuali tecnologie dell'informazione ha a disposizione una molteplicità di dati e di programmi, può servirsene come competenza, ma la specificità del processo che rende ottimali questi prodotti rende anche impenetrabile, per i più, la struttura organizzativa (raramente solo nazionale) che ha concorso alla loro valorizzazione. I servizi tecnologici dipendono ·da reti economiche complesse, che proteggono con ovvie difese la nascita di procedure informative nuove. La loro origine_ si attua, e viene formalizzata, in centri che hanno come scopo l'elaborazione preventiva delle procedure più assimilabili, o ritenute più idonee alla salvaguardia stessa della rete che attiva e stabilizza i criteri dell'offerta. La domanda dell'utente avviene, invece, oltre che per soddisfare un criterio di ottimizzazione tecnica, anche per una modalità interna ad un processo più mentale: il biso195

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