Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

eventualmente influenzabili dall'etica, della personalità del soggetto. Il contrasto è a sfavore dell'autonomia dell'etica: essa non colma la solitudine del soggetto, ma dà una giustificazione solo formalmente collettiva del bisogno di appartenenza del singolo al processo generale con cui la società motiva i suoi bisogni di capire e di creare oggetti utili alle necessità dell'uomo. 4.6. La diversificazione dei centri della morale e della conoscenza suggerisce la convinzione di un destino tecnologico in cui è lecito supporre una unificazione crescente tra sapere tecnologico e sapere non-etico. La forza di questa crescita è l'effetto più immediato prodotto continuamente dalla progettualità tra uomo e macchina, e dalla relazione di simbiosi tra informazione umana, instabile, e informazione astratta, meccanica. Nella pragmatica delle formulazioni ideative simulabili, che sono l'oggetto tipico della ricerca più avanzata (come nella cibernetica), emergono perciò anche valori di tipo diverso (concettualizzabili come simulabili rispetto alla nostra attuale concezione della mente), che l'etica accoglie con ritardo, e nella dimensione più della constatazione di un fatto inevitabile o imprevisto, che del riconoscimento delle radici storiche che hanno concorso a produrli. Questo stato di solitudine dell'etica non sembra poter mettere in dubbio i processi di conoscenza finalizzati al controllo. Le immagini della debolezza e della forza vi si accompagnano come derivati del saper predire e del saper valutare, ma in senso tecnico, non etico. Forse noi vorremmo che lo stupore di una cattiva valutazione sugli effetti di un progetto fosse così mentale, ideativo, da completare in senso umano la relazione tra uomo e macchina. Ma la separazione in atto tra conoscenza e valutazione 194

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