Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

cologico, pone acuti problemi dal punto di vista sociologico: essendo la sua soluzione un progetto non comprensibile dal singolo, e solo a malapena tratteggiabile dal punto di vista collettivo. 4.4 La problematica del sapere dipendente appare perciò dover divenire il luogo teorico in cui concentrare uno sforzo più ricco di aspettative che di soluzioni. La natura della dipendenza da un patrimonio di conoscenze sempre più ampio è valutabile infatti sia in termini di ansia, sia di attese magiche. L'onn_ipotenza del sapere fa da _versante immaginativo alla drammatica dipendenza da un sapere teoricamente oggettivabile, ma di fatto continuamente vincolato e limitato dalla sua solo parziale soggettivazione. Ciò che è sconosciuto permane più nel soggetto che nel gruppo sociale, e più nel gruppo sociale che nella società nel suo complesso. Nell'accentuarsi della posizione .dipendente da un sapere collettivo di tipo impersonale, la società reagisce intensificando la problematica dello sconosciuto, e diversificandone alcuni aspetti fondamentali. Ciò che infatti appare con evidenza è l'accentuato separarsi, nella società informatica, dei centri del sapere e dell'etica. I centri del sapere (una volta solo le università, oggi i centri di ricerca· delle università in collaborazione con i centri di ricerca privati) ostentano in genere non le loro filosofie, ma i prodotti delle loro tecnologie. I centri dell'etica, una volta strettamente intrecciati con quelli del sapere universitario o economico, oggi operano isolatamente: essi non propongono oggetti, ma quelle forme di pensiero che sono complementari o interpretative degli oggetti. La struttura con cui oggi una filosofia ideativa permane in un oggetto muta, pertanto, in maggior dipendenza dai centri del sapere, e fa quindi del pensiero più uno stato relazionale dell'oggettivazione che delle risposte riflessive, 193

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