Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

nel grande paesaggio della natura formalizzata il tempo e l'uomo mutano contemporaneamente le loro caratteristiche, essendo essi finalizzati ad un intensificarsi della interpretazione della ragione e al suo astrarsi dalle regole contingenti della natura. 3.5. È difficile perciò trovare, in questa concettualizzazione, come la mente di un singolo operi a contatto di un'altra mente quando si esplora in dettaglio la rete più complessa delle interazioni stabili e instabili indotte dalle procedure d'informazione affidate ad una macchina. Poiché la mente umana interagisce collettivamente mediante simboli, la gradualità con cui storicamente accede all'astrazione simbolica, fin dall'origine del pensiero simbolico-formale, costruisce l'analisi dell'informazione e la sua simulazione come un atto necessario alle procedure d'indagine, di scoperta, di verifica. La scienza separa dal paesaggio interno alla mente le forme fantasticabili da quelle attuabili: l'invenzione ha luogo in questo paesaggio interiore che si arricchisce un po' lontano dalla sua antica naturalità. Sta sempre a noi stabilire poi, col tempo, quanto possiamo tollerare la separazione che il simbolo e la sua formalizzazione comporta dal suo oggetto. La mente singola, allontanata dall'interazione con altre menti, sopporta con disagio l'immaterialità dell'astrazione, e ne fa sempre un progetto sostitutivo. Storicamente, oggi, appare questo il problema: cosa sia quel procedere della mente che progetta, elabora, trasforma, mediante una funzione di astrazione (un calcolo) in grado di amplificare le capacità di simulazione della mente, e che accentua, in modo così drammatico, il rapporto stabilità-instabilità. Contemporaneamente noi avvertiamo che la natura dei processi ideativi si smaterializza ulteriormente, pur senza poter definire con esattezza in che cosa 189

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