Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

L'etica della conoscenza nella società informatica 1. In che modo lo sviluppo crescente delle procedure di analisi e di controllo dell'informazione cambierà il nostro modo di pensare, di conoscere? Soprattutto, incideranno esse sul nostro modo di concettualizzare forme di pensiero quali la psicoanalisi, la letteratura, l'arte? Vorrei portare il lettore a percorrere una rapida traccia tra questi temi. Egli innanzitutto conosce i prodotti moderni della tecnologia dell'informazione: calcolatori, terminali, macchine cibernetiche, automi. Conosce inoltre il loro uso prevalente, e le fantasie che essi suscitano: l'uomo è inferiore a loro nella capacità di calcolo, ma è potenzialmente superiore per la sua capacità intuitiva, immaginativa, creativa. Sa anche che le forze tra uomo e macchina non sono però in equilibrio. Tutto fa prevedere che una qualità specifica dell'uomo, la capacità di porre problemi (da cui ha origine l'inventiva e il progresso) sia una funzione della mente che può essere a sua volta replicata (con un'opportuna simulazione) in una macchina. L'etica della conoscenza può venire sconvolta. Ma ciò rinvia appunto alla natura etica della conoscenza, alla sua struttura, alla forma della sua organizzazione nella mente, che lo sviluppo tecnologico oggi evidenzia. Vorrei pertanto seguire una linea argomentativa che 180

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