Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

ra greca: questo tono fulmineo, sferzante,. da strada (...) Regine e principesse, proprio in _questa tragedia di Sofocle [l'Elettra] litigano a voce alta sulla porta di c_asa, come . donne di paese (...) Le parole di Elettra al culmine della · crisi sono, per la verità, spoglie; semplici grida di disperazione, di gioia, di odio·(...) Ma sono queste grida a dare incisività e rilievo al dramma. È così che, pur con mille sfumature di differenza, Jane Austen dà forma a un romanzo. Viene un momento - 'Accetto di ballare con lei', dice Emma -(...) che(...) ha dietro di sé il peso dell'intero libro. (...) Nonostante tutta la fatica e la difficoltà, è questo che continua ad attrarci all'indietro, fino ai greci, lì si trova l'essere umano originario, stabile, permanente» (pp. 24), Il suono della lingua poetica greca è arrivato a vincere i I silenzio che lo circonda assieme a quello della voce di Emma del romanzo di Jane Austen; insieme hanno preso a risuonare le due voci, e sapere, o non sapere, il greco, si è rivelato soltanto l'altra faccia del sapere, o non sapere, l'inglese. Perché questo risultato si producesse, erratico è stato il cammino, e preciso allo stesso tempo: dal paesaggio inglese a quello greco; dal paesaggio reale al paesaggio scenico, da Elettra a Emma, e poi a Clitennestra; e di lì, di nuovo, al vissuto psichico individualéì, assunto come momento d'origine dell'intero processo, e per questo ripetuto ed enfatizzato: «it is this that draws us back and back to the Greeks» (p. 4). Apparentemente, siamo solo stati riportati al punto di partenza, a quell'attrazione «strana» per una fase arcaica della nostra storia, provata oggi, qui, in Inghilterra, da Virginia Woolf: che sta traslocando da Richmond a Bloomsbury, che da tre settimane non scrive il suo diario, che procede però col romanzo e col saggio, che coglie in un lampo, sul viso della sorella angosciata, l'ombra di un dolore che vi aveva visto in Grecia, diciotto anni prima. In realtà proprio quella ripetizione che scandisce i movimenti del saggio - «back and back we are drawn» (p. 11) - ci dà ogni volta modo di valutare la distanza che ci separa dall'apertura iniziale, facendoci sentire quanto, nel 173

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