Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

da un momento all'altro, comparirà nella stanza odorosa di vernice: «(...) dovevo riferirlo a Nessa: distruggere tutto quel confort quotidiano, il tè, l'odore di vernice nella stanza, e Tom che stava venendo su per le scale». All'ospedale, è stato convocato un chirurgo e si attende il responso: «(.:.) allora Nessa si è rimessa lì a sedere, e io ho rivisto quella straordinaria espressione d'angoscia, muta, senza un lamento, che le avevo visto in Grecia, quando era malata. I sentimenti delle persone di poche parole si esprimono in questo modo. (...) io non sentivo preoccupazione, né dolore per Angelica; pensavo: adesso Nessa sarà una donna anziana; questo sarà un marchio indelebile; la morte e la tragedia ci hanno riafferrato nei loro artigli, dopo averci lasciato correre liberi per pochi passi. Mi sento sempre inseguita. Ma basta con questo: Angelica non aveva nulla di grave, per questa volta �i trattava solo di uno scherzo» (p. 299). Angelica non aveva nulla di grave, e Vanessa poteva aspettare ancora un attimo prima di invecchiare definitivamente (aveva all'epoca 45 anni); ma la sofferenza e la paura della morte, si sono coagulate sotto la penna di Virginia insieme all'immagine della Grecia, della tragedia reale, non uno scherzo, di allora. L'antica passione della Grecia, l'averla personalmente patita come luce, polvere, grida nella strada mescolate all'agonia di morte di una persona cara, è l'elemento che, venuto allo scoperto nel diario, opera sotterraneamente e insensibilmente nel saggio; è sull'eco 1i quel rumore della Grecia sentito risuonare silenziosamente nel ricordo, che può avvenire la ricongiunzione con l'antica letteratura inaudibile: «Se cerchiamo di pensare a Sofocle da qui» - qui è l'Inghilterra del 1924 - «dobbiamo cancellare il fumo, l'umidità, le fitte nebbie grondanti. Dobbiamo immaginare una bellezza fatta di pietra e di terra, invece che di vegetazione e di foreste. Con il caldo, il sole, e interi mesi di luce piena, brillante, la vita cambia istantaneamente aspetto; la si trascorre all'aperto (...) Questa è la prima qualità che ci colpisce nella letteratu172

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