Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

simile, nella sua evanescenza, e quella rosea che, nella stanza da pranzo di Proust bambino, fonde crema di fragola e storie d'avventure - quella luce ancora custodisce la sua esperienza più profonda della letteratura, ed in quella ·luce ella ancora si immerge per parlare del suo sapere, sulla poesia, sulla vita. Il valore dell'esperienza sensibile, il rapporto tra letteratura e vita, tra animato e inanimato, divengono la chiave di volta dell'arco del suo pensiero: che stringe assieme cultura classica e moderna, villaggio inglese e villaggio greco, Sofocle e Jane Austen. Porre, a fondamento del sapere, l'elemento idiosincratico della sensibilità, il nudo piacere della lettura, e le emozioni che vi sono connesse, può essere profondamente disturbante per l'immagine che ha di se stessa una cultura che ha costruito il proprio sistema di valori, e di sottili discriminazioni morali, sulla tradizione, sulla continuità · che unisce gli individui in un rapporto puramente ideale. Tanto più disturba, quel gesto, in quanto, come ha scritto Barthes, il piacere del testo non si può «dire» in sè; al massimo lo si può usare per arrivare «a spiegare i testi scelti», metterlo «sulla via generale delle motivazioni», dando ragione così solo della scelta iniziale di un determinato testo, o gruppo di testi; ma oltre non si può andare: «un lavoro del genere non potrebbe scriversi. Non posso che girare intorno a un soggetto simile - e allora meglio farlo brevemente e solitariamente che non collettivamente e interminabilmente; meglio rinunciare a passare dal valore, fondamento dell'affermazione, ai valori, che sono effetti di cultura»5 • Virginia Woolf, che accetta come punto di partenza valido per i suoi studi greci l'attrazione che «ci» spinge a risalire a ritroso nel tempo, ed elabora sul dato elementare di questa attrazione, di questo nostro essere «drawn back» nonostante l'incolmabile ignoranza nella quale ci dobbiamo sentire nei confronti di una lingua della quale non conosceremo mai il suono - suono delle parole greche, del riso del pubblico, della voce degli attori - com170

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