Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

mo opinioni sul significato del greco: e chi può dire con quali disparati avanzi e rimasugli, o con quanto scarsa approssimazione al vero significato del greco?» (p. 1). I termini del problema, come ce l'eravamo cominciato a porre, sono capovolti: qui non si fa questione sull'avere o meno ricevuto un'istruzione universitaria, sull'essere o meno stati ammessi nella cittadella umanistica pateriana di Oxford, Bras�nrose College. La frattura con la tradizione, l'estraneità della cultura greca dalla nostra, qui è la premessa di tutto il ragionamento, laddove l'educazione umanistico-liberale si fondava sul presupposto, esattamente inverso, della continuità e dell'unità della tradizione da Omero al momento presente. Questa donna che il greco l'ha studiato, che ha addirittura vagheggiato il progetto di curare un'edizione di Eschilo - «un'edizione completa, testo traduzione e note tutti miei - per lo più copiati da Verrall, ma attentamente vagliati da me» (3 dic. 1922, p. 215) - distilla adesso trttto questo suo sapere del greco in una conclusione paradossale: nessuno può veramente dire di sapere il greco perché tra quella cultura e la nostra si è irreparabilmente spezzata la continuità dell'esperienza dei sensi: del vederei dell'udire, dell'odorare; del ridere. Lì è la tradizione, lì va cercata la continuità della cultura. Con la sicurezza dell'antiquario esperto, ella parla ora a nome della comunità scientifica dei filologi e degli educatori. Mette da parte la maschera dell'autodidatta, della giovane donna che ha cominciato a sc1ivere perché carta e penna costano poco e di libri era già ben fornita la casa paterna, e con la consapevolezza della scrittrice di cultura europea, che ha assimilato ed elaborato l'esperienza della prosa d'arte di fine secolo, rivalorizza il suo rapporto privato, domestico, protetto, con il libro: con la lettura e con la scrittura. La pallida luce verde attraverso la quale giungevano filtrate, nella casa di Hyde Park Gate all'inizio del secolo, le sue letture infantili e giovanili come stimoli sensoriali prima che intellettuali - luce straordinariamente 169

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