Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

teva trattarsi di un detentore del primo grado di titoli concessi dagli esami imperiali che non dava accesso a funzioni amministrative ma solo a compiti locali, del tipo di quelli u11 tempo attribuiti da noi ai «giudici conciliatori», oppure di un candidato bocciato agli esami ma più o meno compiutamente condizionato dai valori e dalle norme del sapere confuciano e non divenuto ribelle rispetto all'ordine confuciano stesso. In genere i candidati bocciati scadenti restavano confuciani e sostenitori del confucianesimo; i bocciati più intelligenti e capaci potevano invece volgere le loro capacità di governo e le loro aspirazioni al potere, ampiamente autogiustificate dalla loro visione culturale e morale, alla direzione di movimenti di rivolta o di ribellione, proprio per la coscienza dell'«ingiustizia» subita, per protesta contro l'«immoralità» (e la conseguente «illegittimità») del potere del momento. Ad ogni modo nelle famiglie dei notabili-proprietari esisteva o poteva esistere un membro capace di trasmettere le nozioni ed anche i valori della cultura che dava successo al potere, cioè di fare il maestro. La scuola non aveva carattere pubblico, anzi era una tipica istituzione scolastica privata, familiare: la struttura gentilizia della famiglia dei notabili-proprietari e il carattere allargato del clan familiare che comprendeva anche parenti poveri, lignaggi adottati e «clienti» di vario tipo e titolo dava però una certa ampiezza a questa istruzione. In sostanza erano molti i ragazzi cinesi che ricevevano qualche istruzione, che imparavano un pò di caratteri: erano pochi coloro che potevano dedicare all'acquisizione de-· gli strumenti del linguaggio scritto e poi all'assorbimento di contenuti e valori il tempo sufficiente per esercitarne il possesso pieno. Pochissimi coloro che raggiungevano l'eccellenza: e gli esami imperiali, almeno nei periodi in cui la classe dirigente si avvicinava alle caratteristiche che avrebbero dovuto esserle proprie, tendevano a selezionare veri talenti; candidati capaci di eccellere, anche se la loro eccellenza non poteva andar disgiunta dalla dimostrazione del160

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