Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

nella non immobilità della società cinese. Le famiglie di burocrati e più in generale di intellettuali ebbero una forte tendenza alla denatalità: erano frequenti le morti precoci per l'intensità maniacale che l'addestramento per il superamento degli esami imperiali poteva raggiungere con conseguenze nefaste sul corpo e la mente dei giovani destinati alla carriera; il condizionamento moralistico confuciano; benché non sessuofobo in linea di principio, era fortemente repressivo di ogni istanza spontanea e la competitività delle difficili prove era fonte di frustrazioni drammatiche, immediate o anche per lo svolgimento successivo della carriera. La carriera stessa poi non facilitava la vita familiare e la prolificità. Il suicidio era una causa frequente di morte del giovane intellettuale: e ciò tuttora avviene in Cina e in Giappone, nonostante la rivoluzione o la modernizzazione che non hanno intaccato il ruolo degli esami quale base della «scala del successo». Molte delle cose discusse durante la rivoluzione culturale in Cina hanno messo in luce su questo terreno problemi di rilevanza attuale e futura. Il confucianesimo diffuso Se quindi per divenire burocrate la condizione di partenza più favorevole - ma non di per se sufficiente - era quella di essere figlio di burocrate (nel bene e nel male: nel caso di una trasmissione positiva di ideali universali oppure nel caso opposto di inserimento di una rete di connivenze a forte caratterizzazione mafiosa), ad ogni tornata degli esami imperiali venivano reclutati uomini nuovi dal complesso dell'impero. Molti erano ovviamente figli di notabili-proprietari. E del resto una figura tipica delle famiglie di notabili era la presenza di un intellettuale (talvolta non identificato con il capo famiglia, con colui che rappresentava gli interessi familiari al consiglio di villaggio): po159

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