Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

insieme alla cultura anche la protesta moralistica: non a caso tra gli intellettuali passati a capeggiare rivolte figuravano figli di burocrati poveri o perseguitati e questo è stato vero anche per i rivoluzionari comunisti. Valgano i casi di Ho Chi Minh e Zhou Enlai. Non ignoti erano comunque episodi di passaggio di persone di questa formazione ad atteggiamenti eterodossi, ad esempio alla vita monastica buddhista o taoista. Degenerazione e mobilità sociale Naturalmente non sempre la classe dirigente dell'impero fu quella che avrebbe dovuto essere in base ai modelli di comportamento ed alle norme morali che essa stessa aveva elaborato per giustificare il proprio potere e la propria indispensabilità: ci furono epoche di corruzione nelle quali i posti di burocrate furono venduti anche ad uomini ignoranti; fenomeni di sistematica collusione tra burocrati dello stato centrale e notabili-proprietari; episodi di separatismo animati da grandi famiglie ribelli al potere centrale; casi di arbitrio e di dispotismo irrazionale praticati da imperatori che si appropriarono di metà della terra e la concessero ai loro fedeli. Nella storia della Cina è accaduto ogni genere di degenerazione ed è bene tener conto di ciò: in generale la collusione di interessi di classe tra notabili e burocrati fu la causa della deviazione di questi dagli ideali che avrebbero dovuto perseguire. E si trattò di fenomeno generalizzato. Quando si parla di modello della classe dirigente cinese e della trasmissione di quel modello quale parte essenziale della trasmissione del suo «sapere», non si deve mancare di ricordare che la classe dirigente cinese non sempre fu quello che avrebbe dovuto essere, o che voleva far credere di dover essere. Le sfumature possono essere molteplici. Un fattore importante da tener presente sta tuttavia 158

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==