Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

lenti», allevati alla propria scuola di governo dopo averli reclutati in base alla loro cultura. Lingua scritta e spinta unitaria Questo tipo di reclutamento della classe'dirigente costituiva solo una parte del processo di «trasmissione del sapere», ne rappresentava in un certo senso la parte culminante. Sul complesso del processo è necessario esprimere una serie di considerazioni. In primo luogo questo tipo di classe dirigente dello stato centralizzato (questo non sempre esistette nella storia della Cina: ma la classe dirigente a livello statale si comportò sempre come classe dirigente «ecumenica» anche quando governava spezzoni della Cina disarticolati) fondava il suo potere sulla parola scritta: la lingua scritta cinese è unitaria in quanto espressa in caratteri indipendenti dalla loro pronuncia che possono essere usati in con- · testi linguistici diversi, tanto che furono adattati al giapponese e al vietnamita. I caratteri costituirono una potente spinta all'unificazione concettuale prima che culturale e alla stessa omogeneizzazione linguistica: apparsi all'alba della civiltà cinese hanno costituito la condizione essenziale per l'amministrazione unitaria dello spazio, l'unificazione politica di molte genti, la continuità delle istituzioni, della cultura, .dell'identità nel tempo. Dirigeva la Cina chi possedeva la parola scritta e la classe intellettuale fu di conseguenza la naturale istituzione unitaria della Cina, la sede dell'identità complessiva poi divenuta la sua coscienza nazionale rivoluzionaria al momento dell'impatto con la dominazione imperialistica (ma qualcosa di simile era già avvenuto con la conquista mongola nel XIII e XIV secolo). Gli intellettuali, abilitati ad entrare nella classe burocratica, erano così i difensori espliciti e coscienti del complesso delle istituzioni unitarie, ma i contadini addestrati 152

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==