Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

La trasmissione della verità e la figura del maestro Ciò che deve essere messo in discussione è la praticabilità della distinzione preliminare tra significato e verità delle teorie dei pensatori morti. Questa scansione, che Russel e Ayer tra altri hanno concepito come una distinzione netta e precisa, è in realtà una figura fittizia, non un procedimento effettivamente operabile; essa è troppo dimentica di se stessa e del circolo vizioso di cui si alimenta. Infatti, il significato di una teoria non è un assetto univoco e invariabile, ma dipende dal tipo di domande, di problemi dai quali è investita. Il significato di una dottrina filosofica dipende da chi pone la domanda e la verità di essa, che dovrebbe essere presuntivamente discussa e accertata, è in realtà strettamente implicata e coinvolta nel tipo di significato che è stato assegnato alla dottrina di un pensatore morto sulla base delle domande e dei problemi cui è stata sottoposta. Così la «ricostruzione razionale»· del Saggio sull'intelligenza umana di J. Locke operata, mettiamo, da un pensatore neo-kantiano stabilirà un nesso tra l'analisi delle idee da parte di un filosofo inglese del secolo XVII e la Critica della Ragion Pura e quindi trarrà un bilancio filosofico dei guadagni e delle perdite certamente diverso dalla «ricostruzione razionale» operata da un filosofo analitico che misuri l'opera del medesimo filosofo inglese ponendosi la questione se e con quale legittimità Locke abbia inter14

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