Il piccolo Hans - anno XIII - n. 49 - gen./mar. 1986

me metafora di un fiore, ma, come ha suggerito. F. Ermini3•, come «una di quelle finestre tonde e circolari, dette propriamente rose, che solevano aprirsi dagli artisti del medioevo sulle facciata, sulle pareti laterali o in alto sull'abside delle nostre cattedrali ed illuminare l'interno». L'atto di pregare guardando una vetrata supera, in atto, la contraddizione meramente logica luce-colore35 ; come fa Dante: «Il nome del bel fior ch'io sempre invoco/ e mane e sera , tutto mi ristrinse/ l'animo ad avvisar lo maggior foco» (XXIII, vv. 88-90). Paolo Bollini 102

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