Il piccolo Hans - anno XII - n. 48 - ott./dic. 1985

Ma i grandi non si spaventano. Per essi è il profilo di un cappello. La silhouette ha, con la rimozione, preso il posto felicemente di das Ding. Una nuova grande D. È questo il segreto che il disegno racchiude. Per Freud, differenza rilevata da Lacan, die Sache è la cosa in quanto prodotto dell'industria o della conoscenza umana, das Ding è invece !'assolutamente. Altro, ciò che non è simbolizzabile. Si trovano di fronte l'oggetto prodotto e ciò che non è preordinabile. Di das Ding ho già parlato". Ne richiamo qui, contro il profilo della silhouette, l'impatto frontale, il di faccia, la forma rotonda, lo scudo della Medusa. Dalla testa tagliata di Medusa sgorgano secondo il mito dei rivoli di sangue pietrificandosi nei rami del corallo. Giacché, sul limitare pericoloso di un fondamento psicotico di cui appare un'esplosione angosciosa, l'affacciarsi nella prima infanzia sul luogo della fobia ben si articola intorno alla proposizione giovanile di Darwin, di come sia conveniente piuttosto che parlare di albero della vita parlare del «corallo della vita»12 • Nel sogno di un'analizzante riportato da Virginia Pinzi Ghisi in un suo studio appariva in fiamme il villino dei vicini. Da questo villino nel sogno usciva, inesistente nella realtà, un balcone ponte fino a raggiungere la casa del sognatore. Contemporaneamente da una pianta posta sul confine uscivano dal basso dei topi che l'analizzante prendeva a stanare ficcando nel cavo della pianta in alto un bastone. Il sogno coglieva il momento di passaggio indicato da Freud tra l'angoscia e la fobia e sviluppava con il disegno · del ponte immaginario quella sorta di ponte che già Hans aveva fantasticato per la piattaforma del Dazio mentre la pianta sul confine evocava la doppia valenza di albero e mappa segnalata dall'autrice nel corso degli studi con cui è arrivata a determinare il luogo della fobia. Riprendendo questo sogno in questo contesto vorrei sottolineare come 96

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