Il piccolo Hans - anno XII - n. 48 - ott./dic. 1985

allora al linguaggio la sua primitiva integrità, colmando nella lingua originale la distanza fra la parola e la cosa, il dire e l'atto. Una nuova alleanza avvicina il significante al significato: nella lingua originale i segni sono motivati. È quanto è formulato da Hopkins e Mallarmé: per entrambi la funzione poetica ritrova consapevolmente la propria tensione alla motivazione (e in entrambi la più forte aspirazione a superare i vecchi limiti fra parola e musica)". Ma con questo siamo passati alla poesia, torniamo alla descrizione. È nel periodo delle speculazioni etimologiche sugli oggetti che Hopkins acquisisce quegli atteggiamenti di scrittura che indurranno il. Melchiori a considerarlo, accanto a James23 , una manierista con singolarità di effetti: uno che tasta il terreno in cerca della parola esatta, con il gusto della precisione e del dettaglio, alla ricerca di una bellezza stratificata, preso dal senso della vista, innamorato degli inscape. Esattamente quanto è dato vedere fin da quelle liste giovanili di parole graduate in scala come strumenti di precisione, mirini, supporti ottici che ritagliano una presa, una visione, un'inscape d'oggetto con uniche, specialissime qualità che una parola inquadra. Una parola, una cosa. Sinteticamente Melchiori (che tra l'altro nota: per Hopkins la poesia è inscape di oggetti «elevato al quadrato») cita un passaggio in cui Hopkins osserva che «la poesia è linguaggio messo in cornice». Qui ci interessa particolarmente quel linguaggio messo in cornice, come l'architetto dei Misteri di Compton House, Hopkins delimita porzioni di mondo e le riporta sul foglio, sul quale ritroviamo quel gioco di figura e sfondo da cui siamo partiti insieme alle osservazioni sul corno. La descrizione è cumulo di frammenti di visione, e aggiustamento dello strumento percettivo, ma soprattutto è una battaglia drammatica che dura più di un decennio. Hopkins combatte con il demone della descrizione: per descrivere ciò che vede, per vedere apparire l'inscape, deve fermare il mondo, incorniciare figure immobili, rendere inanimato il vivente. 73

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