Questi studi di Hopkins sulle forme di versificazione, la sua opera di rinnovamento e la varietà delle applicazioni ci appaiono come l'impalcatura di una grande impresa, l'immensa opera di supporto per la costruzione di un edificio eroico. L'impegno si spinge molto avanti, per esempio dopo la definizione del verso che abbiamo citato - dopo aver scoperto che le catene sonore si spostano lungo il verso al di sopra e al di sotto del significato - Hopkins analizza le figure di parallelismo grammaticale e sintattico. Su questo punto si ferma Alessandro Serpieri nel suo ampio e bel saggio dedicato a Hopkins: «Due sonetti del 1877: appunti sul parallelismo»'5 • Troviamo riportata anche la parte successiva del dicorso di Hopkins che distingue cinque tipi di versi, da cinque possibili rapporti di somiglianza fra le sillabe. Ecco i cinque tipi: 1) Il tono musicale, a cui appartiene l'accento tonico, 2) la lunghezza o la quantità, 3) lo stress o accento enfatico, 4) la somiglianza o identità delle lettere, di una parte o di tutte, vocali o consonanti, iniziali o finali. Questo è il lettering delle sillabe, 5) la tenuta, cui appartiene cesura, intervallo, legatura ecc. Lo scritto di Hopkins continua: venticinque pagine di teoria della versificazione, degli accenti, della scansione, delle più importanti figure del verso, dei sistemi di lettering, e infine e soprattutto della rima. Una vera e propria teoria del verso come effetto generalizzato dei sistemi di rima in senso lato. La raffinata teoria del lettering' 6 è molto innovativa, e merita attenzione. Hopkins costruisce sempre sul grande repertorio delle sue letture, in questo caso egli ha avuto due modelli: innanzi tutto la poesia lirica dei corali greci, Euripide e Sofocle. Di loro sente la grande «immaginazione auditiva», interi versi gli paiono come intessuti su due o tre suoni quasi esclusivamente dominanti, e distingue in queste sequenze gradazioni di vocali, dittonghi e consonanti. Hopkins chiama vowelling on e vowelling off 66
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