Il piccolo Hans - anno XII - n. 48 - ott./dic. 1985

È un'incredibile proliferazione, una ossessione del pieno tipografico e ritmico (dei corrispondenti parallelismi letterali ci occuperemo tra poco) che fa pensare all'assillo degli animali di Escher, alla compressione degli uni sugli altri, alla loro ricerca del movimento, e talvolta della profondità. Forse non a caso questo affollamento arriva fino alle soglie dei sonetti «terribili», fino a quando cioè l'energia asimmetrica dell'albero con le sue foglie domina il mondo osservativo degli inscape di natura. È il pieno strutturato e perfetto, perfettamente organizzato delle fughe a più voci di Bach. È quello che cercavamo di capire inseriti all'ascolto della telefonata della Tartaruga e di Achille. Prima di lasciarli al loro storico inseguimento torniamo a cogliere nel loro discorso un ultimo punto di peso per noi. Erano a Verbum quando noi abbiamo preso il testo di Hopkins, ora abbiamo davanti anche noi questa litografia di Escher del 1942 e possiamo ascoltare le loro parole'': 64 In Verbum varie opposizioni si trasformano in unità a parecchi livelli. Percorrendo in senso orario la zona periferica, osserviamo passaggi graduali da uccelli neri a uccelli bianchi a pesci neri a pesci bianchi a rane nere a rane bianche a uccelli neri...; dopo sei trasformazioni siamo al punto di partenza! Si tratta di una ricomposizione della dicotomia di bianco e nero? O della tricotomia di uccelli, pesci e rane? O di un'unità sestupla formata dalla opposizione della parità di 2 con la diparità di 3? In musica, sei note di uguale durata creano un'ambiguità ritmica: sono due gruppi di 3 o 3 gruppi di 2? Questa ambiguità ha un nome: hemiolia (un termine greco usato anche nella metrica classica per indicare un piede con rapporto di 3 / 2; l'emiolio, appunto). Chopin era un maestro dell'hemiolia: si veda il Valzer op. 42 o lo Studio op. 25, n. 2. In Bach si può ricordare il Tempo di

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==