Il piccolo Hans - anno XII - n. 48 - ott./dic. 1985

La telefonata si sta facendo lunga: ora la Tartaruga torna a parlare di Verbum che Achille ha detto di aver ben davanti a sé, questo ·ci dà voglia di prendere Hopkins e di mettercelo davanti, e di rifare il percorso propriamente per quanto lo riguarda. Innanzi tutto a proposito della ricorsività. La sua teoria del parallelismo prevede una vera autonomia dei due spazi disegnati dalla figura dentro la cornice. In pratica Hopkins teorizza una vera indipendenza dal significato (la figura dello spazio positivo) da parte dei fenomeni strettamente poetici (la figura sullo spazio negativo). In una lettera del 14 gennaio 1883 scriveva a Alexander Baillie'0 a proposito dei passaggi lirici delle tragedie greche che due correnti di pensiero vi scorrono insieme e contrapposte: una prima ben in mostra che ognuno può vedere (overthought) e che può essere riassunta e parafrasata; e una seconda linea di pensiero soggiacente (underthought) che consiste principalmente nella scelta delle metafore e non necessariamente connessa con il soggetto dei versi. «Per concludere dovrei dire che l'underthought è semplicemente un'eco o un'ombra dell'overthought, qualcosa come i canoni e le ripetizioni in musica, trattati in una maniera differente, ma che talvolta può essere indipendente dall'overthought». Altrove Hopkins porta all'estremo quest'indipendenza osservando che qualcuno che non conoscesse le lingua inglese sarebbe meglio in grado di vedere la ricorrenza materiale delle lettere. Ma pigliamo il suo scritto, «Rhythm and the other structural parts of rhetoric-verse»11 , nella prima pagina troviamo una straordinaria definizione della struttura specifica del verso, di quella seconda corrente di pensiero e di senso (fonico metrico ecc.), che Stefano Agosti chiama messaggio formale. Definizione del verso - il verso è un discorso che ha una figura marcata, un ordine 59

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