Il piccolo Hans - anno XII - n. 48 - ott./dic. 1985

chiamare ricorsiva questa figura il cui sfondo può essere visto come una figura a sé stante. Prima che la Tartaruga passi a parlare di musica, ci intromettiamo per farle notarf che per noi il suo discorso su figura e sfondo vale altrettanto bene per il linguaggio e la poesia. Il linguaggio comunicativo traccia figure di significati e non si cura gran che dello spazio di sfondo. Il testo poetico invece disegna accanto al valore propriamente semantico dei versi tutto lo spazio negativo complementare dando forma sullo sfondo alle figure foniche, ritmiche, metriche ecc. Potremo dire che il testo poetico si definisce proprio in quanto nella propria cornice traccia figure ricorsive; e infatti una volta che ne abbiamo colto i significati, la figura positiva, facendo attenzione vedremo apparire la figura negativa con tutti i suoi gradi di parallelismi, rime e effetti specifici, ne valorizzeremo il senso, e coglieremo, qualora vi siano, tutti i nessi con la prima figura. Questa ricorsività, questa doppia inscrizione sui due spazi, caratterizza tutta la poesia. Tuttavia taluni testi hanno realizzato forme più dense di corrispondenze, saturando gli spazi con figure fittissime: qualcosa come quello che avviene nel rapporto fra animali bianchi e neri dentro la stampa di Escher, Verbum. In questo caso nessuno spazio è lasciato libero dalle determinazioni dello spazio concomitante. Ma in strettissima alternanza un nero struttura un bianco e viceversa su tutta la superficie. Hopkins è senza dubbio un autore che ha un posto di spicco nel sistema di queste procedure che; in omaggio alla Tartaruga, diremo ricorsive. Egli ne ha data una teorizzazione estremamente sofisticata, e nuovissima accompagnandola con una produzione poetica straordinariamente permeata di quei principi, senza pari in tutta la letteratura inglese dell'ottocento. Torniamo a prestare attenzione alla telefonata: la Tar56

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