Il piccolo Hans - anno XII - n. 48 - ott./dic. 1985

certe cose si annidano dentro altre cose, con infinite variazioni. Passeremo dalla pittura e dalla musica attraverso il libro di Douglas R. Hofstadter: Godei, Escher, Bach: un'eterna ghirlanda brillante•. I personaggi di Zenone, dei suoi paradossi sull'impossibilità del movimento, personaggi anche del dialogo di L. Carroll, improvvisano qui sull'Offerta musicale di Bach: la Tartaruga e Achille parlano di canoni e di fughe e cercano riscontri del modo di funzionare di quei sistemi nei quadri di Escher e nel teorema di Godei. Seguiamoli lasciando solo apparentemente Hopkins, poiché questo dialogo parallelo ci darà, come vedremo, un buon punto di vista, almeno per certi aspetti della poesia di Hopkins. - Achille al telefono con la Tartaruga: «Certamente conosco Verbum, conosco tutte le opere di Escher. Non per niente è il mio artista preferito. In ogni caso ho una copia di Verbum appesa alla parete e da qui la vedo benissimo». - Achille: «Sì, vedo tutti gli animali neri». - Achille: «Sì, vedo anche come il loro 'spazio negativo', cioè quello che resta, definisce gli animali bianchi». - Achille: «Ah, è questo che lei vuol dire con 'figura' e 'sfondo'». Vogliamo ricostruire quello che dice, dall'altra parte del filo, la Tartaruga, ma noi sentiamo solo Achille. Le sue parole, come una figura delineata, ci fanno riconoscere sullo sfondo il discorso dell'interlocutrice. Questo è già un rapporto di figura e di sfondo. La Tartaruga dice: se si traccia una figura all'interno di una cornice ne risulta anche una forma complementare che chiameremo appunto sfondo o spazio negativo. Quest'ultimo può essere insignificante e casuale, ma talvolta il disegno della figura ritaglia, nello spazio negativo complementare, una figura anch'essa_ dotata di senso. In questo caso la Tartaruga propone di 55

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