Il piccolo Hans - anno XII - n. 48 - ott./dic. 1985

NOTE ' Il quale, nel formarne !'«impresa» e la sorte, dovette ricordare un motivo che si tramandava oralmente, un motivo di 'favola' (semplicemente così egli intitolò il suo racconto), e prendere qualche materia, non più di questo, dalle Lamentations de Mathéolus di Jehan Le Fèvre (cfr. L. F. Benedetto, Introduzione a N. Machiavelli, Operette satiriche, UTET, Torino 1920, pp. 4-8, e le notizie sull'opera date da L. Blasucci nel volume da lui curato delle Opere letterarie del Machiavelli, Adelphi, Milano 1964, p. 376). Del resto, il motivo della tradizione orale, proprio per la libertà d'elaborazione e intrattenimento che rammentava e provocava, poté perfino riproporsi al Machiavelli nel nudo lemma del «diavolo che prende moglie». Sulle 'trascrizioni' cinquecentesche della sua Favola cfr. Guglielminetti M., Le simultanee «mutazioni» di Belfagor arcidiavolo, in AA. VV., Studi in onore di Alberto Chiari, Paideia, Brescia 1973, Voi. I. ' Cfr. Eco U., Lector in fabula, Bombiani, Milano 1979, p. 112. ' Ibid., p. 183. ' Cfr. Barthes R., S/Z (1970), tr. it. di L. Lonzi, Einaudi, Torino 1973, pp. 23-24. ' Il Contini l'ha impiegata recentemente nella giustificazione premessa a una raccolta di saggi di Leo Spitzer, per la prima volta tradotti in italiano: Spitzer L., Saggi di critica stilistica (Maria di Francia - Racine - Saint-Simon), Sansoni, Firenze 1985. ' Ricordiamo in particolare quelli di F. Chiappelli: Studi sul linguaggio del Macchiavelli, Le Monnier, Firenze 1952 e Nuovi studi sul linguaggio del Machiavelli, Le Monnier, Firenze 1969; e l'Introduzione di G. Procacci a N. Machiavelli, Il Principe e i Discorsi, ed. a cura di S. Bertelli, Feltrinelli, Milano 1960. ' Proprio per la perizia e gli effetti in cui si distingue questo genere di applicazioni, del saggio in cui Fredi Chiappelli prova, in modo così stringente e argomentato, l'attribuzione e la datazione del Dialogo della lingua (Machiavelli e la «lingua fiorentina», Boni, Bologna 1974) la parte più sicura ed efficace non è certo quella che nel testo (machiavelliano) passa alla cernita il lessico e la sintassi: l'esame tende al catalogo e l'effetto d'insieme dà risalto.a quel linguaggio tra le forme della tradizione letteraria e della lingua del tempo, ma anche lo connette troppo con quelle forme, e col procedimento indifferente della classificazione tende a stemperarlo, per molti elementi, in quel tempo e, per taluni, perfino nel nostro. ' La nostra lettura di Belfagor può registrare convergenze così tempestive - da provare una per una nel particolare e nei modi - con studi come quelli di G. Barberi Squarotti: La forma tragica del «Principe» e altri saggi sul Machiavelli, Olschki, Firenze 1966; Il Machiavelli tra il «sublime» della contemplazione intellettuale e il «comico» della prassi, in «Lettere italiane», XXI (1969). E l'esempio è anche un'anticipazione su taluni passaggi interpretativi. 51

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