Il piccolo Hans - anno XII - n. 48 - ott./dic. 1985

ragionevole se la fussi dessa, sanza replicare altro, tutto spaventato se ne fuggì lasciando la fanciulla libera. È qui che manca a Belfagor - nella sua mente alterata, nella sua condotta, nella sua ventura - quella lettera oppositiva; e la mancanza è detta: «sanza replicare altro». Nella strategia del testo, la replica prevedibile e mancata a questo punto non può essere rappresentata - per il modo, per la possibilità - che da quella lettera. Distinta e stabilita nel senso e nella funzione, declinata in pochi elementi significanti, la lettera ha ordito la storia, di momento in momento, di passaggio in passaggio, e ha riprodotto ogni volta l'esemplarità dell'opposizione strutturale che investe ideale e reale, progettualità e stato delle cose, inferno e vita sulla terra. Ora è mancata, e non può che arrestarsi il sistema della favola: si chiude dentro l'opposizione totale figurata all'inizio, retrocede d'un tratto all'inferno, con Belfagor che scappa da «fastidi, dispetti e periculi» di questo mondo. Gianmatteo «ne seppe più che il diavolo», lascia detto la favola, e, guardando un'ultima volta a quella rovesciata prospettiva, si commenta che non c'è diavolo dell'inferno che possa far fronte alla malvagità degli uomini: ma anche la dimostrazione di questa imperterrita verità machiavelliana sta in quella lettera che nel punto giusto manca al testo e all'iniziativa di Belfagor. Italo Viola 50

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