Il piccolo Hans - anno XII - n. 48 - ott./dic. 1985

no le ambiguità e i contrasti del reale nel segno di un progetto, un giudizio, una decisione. Analoghi modi di dominio tenta la ragione che il principe delle tenebre espone di seguito, e che, in un procedimento binario, scandisce la prudenza politica in puntuali distinzioni: «Dubitiamo che dando iudizio sopra questa relazione ne possiamo essere calunniati come troppo creduli, e non ne dando, come manco severi e poco amatori della iustizia.» Nella forma sostenuta ed eloquente del concilio infema� le quasi sempre la lettura indugia a rilevare l'ironia che istruisce il «rovesciamento di valori», e, per negazione e parodia della vita sulla terra, figura laggiù !'«atmosfera» (e il linguaggio) di una «corte ideale»18 • Una lettura strutturale della novella, invece, tratta il motivo come marginale ed «esiguo», mentre dispiega il testo nella totalità, nelle figure esemplari dell'opposizione tra un «dominio» intellettuale, progettuale, che sarebbe rappresentato dalla perfetta orazione politica e dalla nobiltà dell'assemblea diabolica, tendente al «sublime della pura razionalità», e lo stato reale delle cose, «così intrecciato di venture», così pieno di rischi. Nella materia 'comica' della novella questa antinomia strutturale produrrebbe un rifiuto continuo delle «suggestioni del genere», ricaccerebbe indietro ogni accadimento, «verso la più completa assenza di autonomia, di vitalità, di iniziativa», costringerebbe oggetti e personaggi, anche Gianmatteo, eroe plebeo «della virtù e della fortuna», nella «misura» significata dall'esordio in inferno, misura d'esempio, di testimonianza tragica, che volgerebbe tutto il testo, la sua stessa 'comicità', la «tensione del linguaggio e delle forme» verso un «orizzonte» inattingibile'9 • Si può vedere questa stessa competenza totale, definitiva dell'opposizione declinata in forme più piane, tutta svolta, senza note dissonanti, nell'attitudine e nel registro del43

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