Il piccolo Hans - anno XII - n. 48 - ott./dic. 1985

quindi le isola (per impedire che il successivo pensiero si allacci ad esse). Così in seguito egli ha preso di ogni preghiera solo le lettere iniziali costruendone una breve parola (esorcistica). Questa formula che impiega quando comincia a masturbarsi è: Glej(i) samen. Gl, egli dice, deriva dalla parola iniziale di una preghiera: Glii.ckliche (=beglii.cke) [felici ( = rendi felici)]; e viene dalla parola alle [tutti]; j (i) da jetzt e immer [ora e sempre]; amen è la formula finale. Egli ha dimenticato l'origine della e e della s. Ora, se ne può indovinare che la donna da lui corteggiata e di cui finora non ha detto il nome, si chiama Gisela: le preghiere formano un anagramma del nome dell'amata, Gisela». Il testo degli «Appunti», lievemente diverso, contiene tuttavia, in più, il riconoscimento, da parte del paziente, della validità di questa interpretazione: tanto è vero che talvolta «la formula in effetti gli si è presentata secondariamente come Giselamen», con riferimento del tutto esplicito, al nome della donna (6,94). b) La danza della lettera. Se, per fornire un esempio specifico dell'attenzione e del rilievo attribuito da Freud alla lettera e alle sue combinazioni, spostamenti e trasmutazioni, ho fatto ricorso all'«uomo dei topi», è perché qui, in Glej(i)samen, le manipolazioni linguistiche del suo paziente si presentano particolarmente complesse. Da un lato, infatti, questi estende sino alle «lettere» quella tecnica dell'«isolare» che Freud ha indicato come propria della nevrosi ossessiva in Inibizione, sintomo e angoscia (10, 269/270). Dall'altro sostituisce con una formula verbale ripetitiva una di quelle «azioni motorie che obbediscono a un intento magico» su cui si insiste nelle pagine precedenti di questo saggio freudiano. Infine, «prelevando», per così dire, queste singole lettere (o gruppi di lettere: gl) dal contesto della «preghiera» pronunziata - come esorcisma? - nel corso della masturbazione, per costruire, al limite, a quan24

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