Il piccolo Hans - anno XII - n. 48 - ott./dic. 1985

questo luogo che delle decisioni, appunto, è il luogo. Il legame, psicotico-perverso, che egli intrattiene, con una sola lettera, la w che disegna appunto quella dimensione angusta, tra psicosi e perversione, per cui la lettera detta Vi doppio da un lato è, materialmente, un pacco di cunei, e questo è il lato della psicosi, dall'altro è, versante della perversione, il rilievo del vasaio e l'intaglio della sua firma, questo legame in cui consiste anche il matrimonio di Darwin giacché la lettera che non riesce a pronunciare egli se l'è sposata, questo vincolo lo mantiene in un certo senso al di qua del significato, linguistico, delle parole, prigioniero del significante puro. « What a habit it would give to youths of thinking of the meaning of words, and what powers of expressing themselves. Compare such habit with [that of making added] wretched Latin verses», esclama egli nostalgicamente. «Quale abitudine darebbe ai giovani di pensare al significato .delle parole, e quale potere di esprimersi. Si paragoni questa abitudine con infelici, disgraziati versi latini». Io non intendo scrivere così tanto, conclude Darwin, ma è un mio vecchio desiderio che lei o qualcun altro intraprenda simile compito.. Rispetto a «pensare il significato delle parole», la dimensione del significante è evocata da versi latini cui si lega una qualche forma di infelicità. Residui linguistici privi ormai di significato, come i tratti della mimica e della gestualità, ma a differenza di questi anche spogli di valore espres$ivo. A questi puri residui dell'antico, a queste anticaglie senz'arte, Darwin si richiama come a quel fondo di un sapere collezionistico dei musei e delle biblioteche di cui egli è come in attesa di mostrare il sollevamento e la resurrezione. Una simile reincarnazione del pensiero, chiamiamola innervazione o investimento, non chiede meno di quanto, per questa stessa cosa, ebbe a pagare in sofferenze psichiatriche Aby Warburg, e che a Darwin costò forse l'essere, come il grottesco Cristo di Coleridge, vivo tra i morti o morto tra i vivi, crocifisso all'emblema di un vecchio desiderio. 131

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