Il piccolo Hans - anno XII - n. 48 - ott./dic. 1985

mobile, una fonte che ha questo di terribile, di essere fatalmente una fonte di deformazione in quanto fonte della luce che un soggetto getta, non sul mondo, ma tra i simboli del mondo, nel magazzino dei residui delle immani distruzioni che la Natura e la guerra vi portano. La vita spirituale è legata a strutture fragili, come palloncini, un piccolo scrittoio, un angolo di meditazione che bisogna non poter frequentare perché altrimenti niente distinguerebbe i nostri pensieri dalle farneticazioni di un pazzo. Per questo uno psicoanalista, anche se ha proficuamente meditato sulle opere di Jung, non potrà mai essere junghiano. Che cosa ricorda Proust delle sue antiche giornate di lettura? domeniche mattina in cui si rifugiava con un libro nella sala da pranzo: e la cameriera che passava e ripassava per preparare la tavola e i familiari che tornavano da messa e tutti i rumori e le interferenze che venivano a disturbare ciò che pure il ricordo non avrebbe mancato di restituirgli di piacere, legato a un libro. «Una stanza senza porte né finestre» comincia così il racconto di un frammento di sogno in cui compare l'analista e che utilizzo senza riferirmi ovviamente ad altro che al suo «contenuto manifesto». Dunque in un primo segmento l'analista invita il paziente a scendere in una stanza sottostante, senza porte né finestre, per esercitarsi nel palleggio. In una seconda parte, quasi in risposta ma, potremmo dire, come da un altro sogno della stessa notte è il paziente che ha invitato a casa sua, la casa paterna, il suo psicoanalista e desidera mostrargli la sua stanza. In particolare gli fa vedere il mobile armadio-libreria nel quale si apre un piano che funge da scrittoio. È felice di poter fare apprezzare all'analista l'ingegnosità di sua madre che aveva inventato quel mobile facendolo poi eseguire da degli abili artigiani. Il piano che si apre ha al suo interno un'assicella che 115

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