niente traggono origine da una teoria, quella di Ferenczi, che si ispira ai flussi indisturbati che scorrono dalle acque marine all'utero materno. Non così Darwin, per il quale il mare è sì, con le sue maree, sorgente della vita, ma è anche barriera che separa isole e continenti, consentendo in tal modo sviluppi indipendenti, coaguli di forme originali. Il mare è dunque flusso, ma anche separazione. Solo in prima istanza e molto approssimativamente una barriera è un recinto, che permette la selezione di qualche varietà domestica, o il perimetro di una provincia botanica o zoologica. In realtà la barriera, che impedisce gli incroci sul confine, in prossimità della quale, come presso una autentica frontiera, si fa il vuoto, scompaiono le forme di transizione, non si danno anelli intermedi, una barriera è una categoria naturalistica che sbocca immediatamente nella sfera della psicologia e del simbolico. Già a proposito dell'allevamento di animali in cattività Darwin osserva che: «l'azione della selezione inconscia, per quanto riguarda i piccioni, dipende da un principio universale nella natura umana, e cioè dalla nostra rivalità, e dal desiderio di superare i nostri vicini». Questo «desire to outdo our neighbours»37 , stabilisce una prima discontinuità, una prima causa di divisione dello spazio. E la questione dei vicini si ripropone anche allo stato di natura. Se pure è intorno a un confine, all'alzarsi e abbassarsi di una barriera («the fancy ebbs and flows»)'", che la selezione naturale ha luogo, Darwin usa spesso, per le condizioni di isolamento, l'espressione «si liberano nuovi posti»39 che fa pensare a una scacchiera: una struttura cioè in cui, diversamente da altri giochi, non c'è divisione mediana del campo, la separazione passa dappertutto, essa coincide con un sistema di regole. Una scacchiera è un intarsio con effetti, come potremmo dire, di optical art, effetti cioè che chiamano in causa proprio quei fenomeni della luce e della visione che abbiamo visto suscitare tanto 112
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