Il piccolo Hans - anno XII - n. 48 - ott./dic. 1985

vacillazioni che diventano illuminazione e scoperta quando si impadroniscono, collegandoli, di campi come la fisionomica o la storia naturale. La barriera posticipata Proprio perché all'inizio c'è l'atto del vasaio che plasma das Ding28 , dà forma all'angoscia, padroneggiando un vortice: proprio perché non c'è un punto d'origine, Darwin pone la sua opera sull'uomo29 sotto il segno di un'esitazione: «Origin or descent» è il primo titolo che egli vi introduce: origine o discendenza, un moto che sale e un moto che discende, un corrugarsi come quello che fa la fronte mossa da un organo rudimentale, il panniculus carnosus'0 , o come quello della superficie terrestre spinta a sollevarsi ed abbassarsi dal gioco così importante delle sue «oscillazioni di livello»". Si precisa così la vera portata delle scoperte di Darwin: non l'origine dell'uomo dalle scimmie ma la sua origine, come diremmo noi, nel luogo della fobia in relazione alla «importanza fondamentale delle barriere»". Lo stesso dicasi per l'origine delle specie. La mimica, l'espressione rimane il modello della selezione naturale. E poiché nel dominio dell'espressione non vi sono, come per Saussure nella sfera del linguaggio, che differenze e opposizioni, così la selezione opera per accumulo di piccole differenze individuali. Dunque all'inizio si pone qualcosa che è dell'ordine non del disegno ma della deformazione, della caricatura. E come abbiamo parlato della biblioteca vivente di Warburg così potremmo parlare ora del disegno animato di Darwin. Ma lasciamo parlare lui stesso così come si esprime nel suo Schizzo del 1842: «e tali piccole differenze tenderanno ad essere ereditarie come le sfumature di espressione nel 109

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