delle forme viventi che vi ha depositato e che ivi continuano quasi contro natura a testimoniare, sopravvivendo a condiz1.oni ormai avverse, che a metterle 1ì non è stato un atto di «creazione indipendente» ma un flusso di «discendenza» che a una serie di «atti» rimanda creativi in altro senso da quello che piace alla religione naturale e agli scienziati che la ossequiano, creativi, potremmo dire, nel senso di procreativi. «Il fiume della vita durante un periodo è fluito da nord e durante un altro da sud, per raggiungere in entrambi i casi l'equatore; ma la corrente della vita ha fluito con maggiore forza dal nord che non dalla direzione opposta, e ha di conseguenza inondato il sud più liberamente. Come la marea lascia strati di detriti (As the tide leaves its drift in horizontal lines) che raggiungono altezze maggiori sulle coste dove la marea è più alta, così la corrente della vita ha lasciato il suo deposito vivente sulle cime dei nostri monti, secondo una linea che s'innalza gradatamente dalle pianure artiche a una grande altezza sotto l'equatore»". È difficile accettare l'idea che qualcuno, che non sia affetto da una grave e paralizzante nevrosi, ma al contrario riesca a pensare e scrivere con particolare lucidità ed efficacia, che un illuminato uomo di scienza insomma, abbia sempre davanti il proprio fantasma, lo ritrovi ovunque, lo riproduca sotto ogni forma, ne sia, sembrerebbe quasi, ossessionato come quando Darwin si trova a segnalare a un suo corrispondente che alcune enigmatiche strisce sul mare son dovute a milioni di animaletti che nel nome, oscillaria, incarnano e rappresentano, simboli viventi, il dondolio della superficie animata dell'acqua. D'altra parte il fantasma è un principio architettonico, un concetto ordinatore dello spazio. Darwin ha sì sempre un uccello, quell'uccello, davanti agli occhi, tanto è vero che i suoi contemporanei schernivano lui e la sua opera come un piccione e lo scarto di un piccione (pigeon results): questo perché effettivamente egli 105
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