Il piccolo Hans - anno XII - n. 47 - lug./set. 1985

festazioni di furor, di estasi collettiva, di follia (ma anche di gioco e di teatralità), ad un tempo suscita.te e controllate da metodi collettivi di suggestione - « ·1a vertigine della corsa e la musica ipnotizzante » 1 -, il termine �a.xxÉvEw (« fare il baccante», fare Htrionfatore, diremmo noi) ricorre regolarmente: non solo nelle Baccanti di Euripide in cui l'umana ragione è vinta dalla « manìa divina » e in cui il dio stesso, Dioniso, è chiamato in scena, ma ancora in diversi luoghi di Platone, nelle Leggi, nell'Eutidemo, in Ione. In quest'ultimo dialogo, in particolare, viene istituito un vincolo - rimasto poi a lungo immutato nella cultura occidentale - fra manìa e poesia: « Come gli agitati da un furore coribantico, non più padroni del loro senno, danzano, così i melici, non più padroni del loro senno, creano quei loro bei poemi lirici. Anzi, non appena colto un ritmo e un'armonia, sono presi da un furore bacchico e divengono invasati (...) Il poeta è un essere leggero, alato e sacro» 8 • Trionfo, corteo bacchico, estasi, leggerezza, vertigine, intensità, manìa: Henri Jeanmaire ce ne ha mostrato benissimo la natura e l'estensione, giungendo infine a porre paralleli contemporanei, affatto pertinenti, con i rituali dello zar e del bori nell'Africa del Nord (studiati anche da Leiris in Afrique fantome, onde il sodale Bataille non fu certo immemore di questi « stati » quando si accinse a teorizzare il trionfo estatico e vertiginoso dell'esperienza interiore, dell'erotismo e della poesia...), e con il « grande accesso » isterico osservato alla Salpetrière da Charcot 9 • E se anche la storia del corpo profondo occidentale viene ad inscriversi, per Ippocrate, fra melanconia e manìa10, non è forse tempo di chiederci qual'è il senso, nella logica dell'inconscio, dei vari fenomeni fin qui rubricati come trionfo, come manìa? Fondamentale è, al proposito, la posizione di Freud, in quanto permette di far transitare la nozione dal puro piano psicoanalitico al piano della creatività. Sinteticamente, la manìa è vista da Freud come esito ( « conversione») del 75

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