È questa impurità che la perversione estende all'universale umano. Il passaggio«da burattino a bambino» comporta un inquinamento sentito come intollerabile: il derma artificiale protegge il perverso dal desiderio umano. Di aberrante in realtà non. c'è che l'inganno necessario che costituisce il desiderio come«desiderio di». La scoperta di questo inganno condanna il perverso a vivere in mezzo agli uomini come un Estraneo provocando quella sensazione di sfuggire, di essere sempre altrove da passioni, vicissitudini, drammi che pure lo riguardano. Scoperta«terribile e soave» di una differenza irriducibile dai suoi simili: «l'innesto di qualcosa di artificiale fin dall'origine che avevamo chiamato per esempio protesi» 54 , e che è il derma che lo protegge e lo separa dalla sessualità «normale» (ma, una volta tanto, si potrebbe fare a meno delle virgolette). Questo derma, questo rivestimento è come un frammento di reale che non si è separato dal soggetto al momento della Spaltung. Ciò condurrebbe a una struttura psicotica ma qualcosa lo impedisce, qualcosa che io penso (in modo del tutto«intuitivo» e senza alcun fondamento valido) sia rintracciabile in quel paradigma freudiano - così marginale del resto - che dischiude le due figure complementari: la sfilata dei mostri grotteschi e l'isolamento nel deserto dell'anacoreta; l'elemento deforme, ridicolo, laido, che corrompe ogni cosa e la purezza incorruttibile della«materia senza mater », sterile e infeconda. Da una parte l'inalterabilità della pietra, dall'altra la flessibilità proteiforme modellata su tutta la gamma delle fisionomie urnane (i romanzi familiari presi a prestito) che ricorda i corpi gelatinosi, senza sostegni interni, di Dali. Posto di fronte alla questione del desiderio il perverso«si squaglia» e al suo posto non rimane che l'opera, l'osso, la reliquia (una fotografia ingiallita, tracce di polvere segnata da un dito, una«costola nel cassetto», l'eco di una risata inumana - è noto che la risata di Baudelaire metteva i brividi ai suoi amici) 55 • 64
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