Il piccolo Hans - anno XII - n. 47 - lug./set. 1985

cature d'une uniforme militaire» a p. 149) rivelano come il piacere della fantasia perversa si appoggi al piacere formale intrinseco all'arte della caricatura. Quest'ultima - Reik non lo dice espressamente ma lo si può cogliere tra le righe del suo discorso - ci indica l'estrema flessibilità che costituisce l'irriducibilità della perversione in rapporto alla legge. E, bisogna sottolinearlo, si tratta appunto di una flessibilità formale - al pari della forma dei corpi ristretta o dilatata a piacere dal caricaturista - che sa adattarsi qualunque situazione. Ma grottesche, caricature, facezie hanno anche un'altra importante funzione, quella di infrangere il decorum e di evidenziare il tratto deforme e ripugnante dell'uomo. Nulla di ciò che appartiene all'universale umano è risparmiato: un elemento impuro, laido e ridicolo altera e corrode ogni cosa: « Chiamerò d'ora innanzi il grottesco comico assoluto... Nella dimensione dell'assoluto definitivo, non esiste più che la gioia. Il comico non può essere assoluto se non in rapporto all'umanità decaduta » 51 • Pinzi ha mostrato come il feticcio per il perverso sia l'oro, il denaro, l'elemento purissimo e incorruttibile della sintesi alchemica che « è il solo capace, pur trasformandosi in tutto ciò che esiste, di resistere alla corruzione e al1'annullamento che minaccia ogni cosa nell'esperienza che gli uomini ne hanno» 52 • Altrove però ha osservato che « qualcosa di sporco, di ambiguo, si accompagna al motivo del padre e tocca spesso in analisi un'impurità in qualche modo inerente al suo nome» 53 • 63

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